Le esperienze in gravidanza e nei primi mesi di vita lasciano segni nel corpo e nel sistema nervoso del bambino. Scopri com'è possibile!

Ad un certo punto della vita tutti prima o poi ci guardiamo allo specchio (anche solo metaforicamente) e ci chiediamo: “Chi sono io, al di là dei miei genitori?”
Questo momento può arrivare senza preavviso e non sempre è legato a grandi eventi, ma può nascere anche da un’inquietudine silenziosa, una tensione interna che non ci si riesce a spiegare. È come se qualcosa dentro iniziasse a spingere per uscire, come una voce che non si è mai ascoltato davvero e che ora vuole essere sentita.
Specialmente se si è in conflitto con le aspettative familiari, inizia a farsi strada un bisogno profondo: la libertà di essere altro, di essere sé stessi.
A questo punto comincia un viaggio importante: lo svincolo dalla famiglia d’origine.
E non sto parlando di una rottura netta o di una fuga rabbiosa. Si tratta piuttosto di un cambio di pelle, di un modo nuovo di essere e abitare i rapporti. Può fare paura, sì—perché significa mettere in discussione ciò che ci ha tenuti in piedi finora. Ma dall’altra parte della paura c’è qualcosa di potente: autenticità, crescita, un’identità più vera.
Separarsi senza spezzarsi: il legame che evolve
La famiglia d’origine è il nostro primo mondo: un rifugio, un’ancora, a volte una gabbia dorata. Ci ha dato amore, ma anche ruoli. Ci ha insegnato a camminare, ma spesso anche dove andare, nel bene e nel male.
Eppure, arriva un tempo in cui le vecchie mappe non funzionano più.
In Psicoterapia della Gestalt, lavoriamo con il “qui ed ora”, con quello che accade dentro di noi mentre parliamo, ricordiamo, o semplicemente respiriamo. Spesso, nei gesti quotidiani e nei silenzi pesanti, emergono quei legami familiari che non abbiamo ancora nominato.
Frasi come:
“Mi sento ancora un figlio/a, anche se sono un adulto.”
“Non riesco a dire di no senza sentirmi in colpa.”
“Ogni decisione sembra dover passare attraverso il giudizio di mia madre o mio padre.”
sono campanelli d’allarme. Parlano di un legame che ha bisogno di spazio per evolversi. Non per essere negato, ma per essere trasformato e riattualizzato.
Analisi Transazionale: riscrivere il copione
L’Analisi Transazionale ci offre una chiave per comprendere i vecchi copioni che continuiamo a recitare, spesso senza saperlo.
Crescendo, assorbiamo messaggi impliciti dai nostri genitori, come:
“Non pensare solo a te stesso/a.”
“Non crescere.”
“Fai il/la bravo/a e non deludere.”
Questi messaggi si infilano sotto pelle e diventano parte del nostro modo di stare al mondo. A volte ci guidano, a volte ci soffocano.
Svincolarsi non significa rinnegare, ma riscrivere la sceneggiatura. Significa prendere in mano la penna, smettere di vivere come comparse nella storia degli altri, e iniziare a scegliere: “Chi voglio essere, oggi? Che relazioni voglio costruire?”
È in quel momento che diventiamo adulti, nel senso pieno del termine: capaci di amare senza annullarci, di scegliere senza dover chiedere il permesso.
Un percorso umano, prima che terapeutico
Ogni percorso di svincolo è diverso. Non ci sono istruzioni prestampate, né un calendario ideale.
C’è però una certezza: è un cammino che merita rispetto. Un processo delicato, che ha bisogno di essere accolto senza giudizio.
La psicoterapia può diventare uno spazio vivo dove osservare, capire, lasciare andare e ricostruire.
È un atto d’amore—non contro gli altri, ma per noi stessi.
Riconoscere il diritto di cambiare
Desiderare una vita più autentica non è un tradimento. Non sei ingrato/a se vuoi respirare aria tua.
Mettere confini non è egoismo, è maturità.
A volte fa male. A volte ti senti in colpa, ti domandi se stai sbagliando tutto. Ma è parte del processo. È così che si diventa liberi/e e si creano relazioni più vere, non più basate sul bisogno o sulla paura, ma sulla scelta.
Se senti che dinamiche familiari ti bloccano, non sei solo/a. La tua voglia di cambiare è legittima. La tua autenticità è importante.
Se ti va, puoi contattarmi per un primo colloquio: sarà uno spazio sicuro dove esplorare insieme le tue vere parti e lavorare verso un nuovo equilibrio.
Le sofferenze familiari si trasmettono finché un discendente non ne riconosce lo schema e trasforma la maledizione in benedizione – Jodorowsky
Bibliografia
Berne, E. (1972).Fai l’amore e non il gioco. Milano: Bompiani.
Berne, E. (1976). A che gioco giochiamo. Milano: Bompiani.
Buda, B., & Coladonato, L. (2019). Analisi Transazionale per le relazioni. Milano: FrancoAngeli.
Ginger, S. (2001). La Gestalt. Milano: Xenia.
Harris, T. A. (1970). Io sono OK, tu sei OK. Milano: Feltrinelli.
Perls, F. (2005). L’approccio della Gestalt. Milano: Astrolabio.
Perls, F., Hefferline, R., & Goodman, P. (2004). Gestalt Therapy – eccitamento e crescita nella personalità umana. Milano: FrancoAngeli.
Spagnuolo Lobb, M. (2013). Il sé come frontiera. La psicoterapia della Gestalt contemporanea. Milano: FrancoAngeli.
Steiner, C. (1982). I copioni della vita. Milano: Bompiani.
Questo articolo ha 0 commenti