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Ansia: come si manifesta?

In Europa circa 160 milioni di persone soffrono di ansia e solo in Italia se ne contano 10 milioni.

Gli stati d’ansia possono avere intensità variabile. Nelle forme più lievi si sperimentano sensazioni di tensione, disagio e irrequietezza inspiegabili, mentre nelle forme più gravi l’ansia è così intensa da scatenare un’attacco di panico.

Il panico è la forma più acuta e temporalmente più facile da individuare rispetto all’ansia in forma libera (o ansia generalizzata).

L’attacco di panico isolato e inaspettato è un’esperienza molto frequente nella popolazione generale. Tuttavia, solo una minoranza di persone che sperimentano attacchi di panico sviluppa in seguito un disturbo d’ansia. Nella maggior parte dei casi, infatti, essi sono episodi isolati, che non comportano conseguenze dal punto di vista psicologico, ma quando si ripetono con una certa frequenza possono trasformarsi in un disturbo significativo: il disturbo di panico (con o senza agorafobia).

Cos’è un “attacco di panico”?

Un attacco di panico assume spesso la forma di una “crisi” con insorgenza rapida e improvvisa durante la quale si perde il controllo del proprio corpo e si sperimentano paura e malessere intensi, accompagnati da almeno quattro dei seguenti sintomi:

  • Palpitazioni o aumento della frequenza cardiaca
  • Sudorazione eccessiva
  • Tremori
  • Sensazione di soffocamento
  • Un peso sul petto
  • Nausea e fastidi addominali
  • Svenimenti
  • Sensazione di essere separati dal proprio corpo
  • Paura di perdere il controllo o di impazzire
  • Paura di morire
  • Sensazione di intorpidimento e formicolii

E’ importante considerare che non tutte le “crisi” si presentano allo stesso modo. Infatti, gli attacchi di panico possono essere:

  • Inattesi: l’inizio della crisi non viene associato a fattori scatenanti ambientali precisi; si può dire che non esiste apparentemente nessun motivo che abbia potuto scatenarlo.
  • Causati dalla situazione: la crisi appare immediatamente dopo che la persona è stata esposta ad uno stimolo ambientale, come per esempio vedere un ragno (o un serpente), immergersi in una folla etc. In alcuni casi si innesca prima che si presenti lo stimolo, solo all’idea che possa apparire.
  • Sensibili ad una situazione: la crisi può apparire come conseguenza di uno stimolo ambientale ma non necessariamente subito dopo che la persona è stata esposta a questo stimolo; non sempre si presenta.

Soffrire di attacchi di panico: quali conseguenze?

Le persone che soffrono di attacchi di panico vivono in un costante stato di agitazione, sempre in attesa della prossima crisi, tentando di evitare tutte le situazioni che possono trasformarsi in un fattore scatenante. Nei casi più gravi, molte di esse finiscono col rinchiudersi in casa per sfuggire a queste sensazioni fastidiose.

È molto frequente che quando si presenta questo genere di sintomatologia si pensi ad un’origine fisiologica e si sviluppino preoccupazioni nei confronti di funzioni corporee quali il battito cardiaco o la respirazione. In realtà ciò che accade è che la persona non riesce ad elaborare e dare un significato alle percezioni sensoriali (o corporee) tipiche dell’attacco di panico. Pertanto, si ritrova in un circolo vizioso in cui la paura diventa patologica e si alimenta di sé stessa.

 

L’ansia non ci sottrae il dolore di domani, ma ci priva della felicità di oggi.

(Charles H. Spurgeon)

 

Per conoscere le cause dell’attacco di panico leggi l’articolo “Come nascono gli attacchi di panico?”.

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