skip to Main Content

Per la maggior parte del tempo durante le nostre giornate siamo assorbiti da attività di vario genere che necessitano di programmazione, di rapidità di azione, di utilizzo della tecnologia e/o di interazione con altre persone. Tali attività, oltre a consumare le nostre energie fisiche e mentali, spesso si trasformano in automatismi, al punto che riusciamo a svolgerne più di una contemporaneamente.

Quando la vita diventa troppo frenetica e si è troppo orientati al fare piuttosto che all’essere, perdendo di vista chi siamo, cosa stiamo facendo e perché, è necessario fermarsi e riconnettersi con il momento presente.

Troppo spesso siamo più impegnati nell’attività di anticipare e/o programmare il futuro, o a pensare continuamente al passato, che attenti a cosa ci accade nel “qui ed ora”, correndo il rischio di sviluppare sintomi che nel tempo possono configurare un disturbo d’ansia o dell’umore (depressione).

Il “Qui ed Ora” in Psicoterapia della Gestalt

Il concetto di “qui ed ora” trae origine dalla locuzione latina “hic et nunc” utilizzata dal poeta romano Orazio. In filosofia, Heidegger ha utilizzato tale espressione nella sua opera “Essere e tempo”, che vede come protagonista il Da-sein, ovvero l’Esser-ci (che è un modo diverso di chiamare l’uomo), sempre immerso nella temporalità.

La locuzione latina è stata successivamente utilizzata anche in ambito della teoria della Gestalt, da Fritz Perls, per definire il processo in corso nell’azione o nell’interazione.

Il “qui ed ora” è la dimensione spazio-temporale nella quale la persona psicologicamente sana si pone in contatto con sé stessa e con il mondo; una posizione esistenziale, un atteggiamento nel vivere rivolto alla situazione presente.

Pertanto, vivere nel qui ed ora significa tener presente che l’unica realtà a cui possiamo riferirci è quella che stiamo vivendo in questo momento.

Rifugiarsi nel passato o nell’anticipazione del futuro appare talvolta più semplice, mentre vivere nel presente può determinare vissuti angoscianti legati all’incertezza derivante dall’esserci e seguire il flusso continuo di trasformazione caratteristico della vita. L’ignoto che può inizialmente angosciare, se accettato come tale, può consentire lo sviluppo di una modalità creativa di stare nel mondo.

Essere consapevoli che il passato non si può modificare e che il futuro ci è ignoto può permetterci di sperimentare un senso di presenza che è necessario per agire in maniera adeguata ai propri bisogni ed efficace. 

Vivere nel “qui ed ora”: le strade possibili

Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e – principalmente – vivere.

Dalai Lama

Il compito di ciascun individuo che voglia vivere una “vita piena”, cioè orientata alla realizzazione di tutte le nostre potenzialità, è di non rimanere bloccati tra le ruminazioni del passato e il rimurginio del futuro, sviluppando la consapevolezza del presente.

Prendersi cura del momento presente, infatti, può avere conseguenze significative sul nostro futuro e su quello delle persone a noi vicine. Favorire l’emergere della consapevolezza ci consente, infatti, di agire in modo tale da cambiare ciò che non ci soddisfa.

Praticando la mindfulness o cominciando una psicoterapia ad approccio Gestaltico possiamo imparare a porre un’attenzione intenzionale e non giudicante al momento presente, nel quale si incontrano gli influssi del passato e le tensioni verso il futuro che – talvolta – possono bloccarci.

Dal punto di vista fenomenologico, la dimensione del “qui ed ora” rimanda all’esperienza del proprio corpo, delle proprie sensazioni, dei propri sentimenti, della propria realtà. Attraverso la tecnica del «continuum di consapevolezza», rimanendo in contatto con ciò che qui-e-ora sta accadendo, la situazione irrisolta o il bisogno inappagato vengono alla luce con forza per essere affrontati.

Ciò che emerge in superficie del qui-e-ora, trova espressione nei movimenti spontanei del corpo, nella voce, nei comportamenti non verbali. Porre attenzione all’esperienza, che nel presente sta fluendo, permette di sostenere il processo di consapevolezza del paziente, di delinearne l’intenzionalità e l’orientamento nel «campo» (teoria del campo), di integrare i conflitti polari, di ricomporre l’unità fra sentire e agire. Più di recente, Stern ha elaborato delle interessanti riflessioni sul «momento presente», individuandolo come esperienza psicologica fondamentale e come elemento fondante di ogni relazione intersoggettiva.

Spagnuolo Lobb, Cavaleri, 2013, p. 518

BIBLIOGRAFIA

Kabat-Zinn, J. (2017). Mindfulness per principianti. Mimesis.

Ginger, S., & Ginger, A. (2004). La Gestalt. Terapia del «con-tatto» emotivo. Edizioni Mediterranee.

Rogers, C. R. (2007). Terapia centrata sul cliente (Vol. 7). edizioni la meridiana.

Spagnuolo Lobb M., Cavaleri P.A. (2013). Qui e Ora, in Nardone G., Salvini A. (a cura di), Dizionario Internazionale di Psicoterapia, Milano: Garzanti Editore.

Lobb, M. S. (2011). Il now-for-next in psicoterapia. La psicoterapia della Gestalt raccontata nella società post-moderna. FrancoAngeli.

SITOGRAFIA

Glossario – Fisig

Questo articolo ha 0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Back To Top