Scopri i benefici e i rischi della solitudine sulla salute mentale. Trova l'equilibrio giusto per il tuo benessere psicologico.
Siamo in pieno Agosto e per molti è arrivato il momento delle vacanze. Chi lavora tutto l’anno è in trepidante attesa delle agognate ferie e ha attivato il countdown per la partenza. Chi invece è impegnato in lavori stagionali, attende l’inverno per concedersi una meritata pausa. In generale, quindi, tutti siamo accomunati dal bisogno di prenderci delle pause dal lavoro e dalla quotidianità. Insomma, di andare in vacanza!
La scelta del luogo: dove andare in vacanza?
Ricerche condotte nell’ambito della psicologia del turismo, interrogandosi sul processo di scelta di una vacanza, hanno studiato le motivazioni e gli atteggiamenti delle persone nei confronti delle varie tipologie di vacanze e di diverse località.
Per atteggiamento si intende l’insieme delle credenze sulle possibili vacanze e delle valutazioni positive e negative che le persone fanno nei confronti delle possibili scelte (vacanza al mare, in montagna, all’insegna del relax, vacanza culturale etc.). Per motivazione si intende lo stimolo, più o meno consapevole, che induce all’azione di andare in vacanza.
Lo studio degli atteggiamenti verso la vacanza ha mostrato che le preferenze turistiche sono generalmente orientate a:
- Ricerca di relax vs ricerca di attività;
- Viaggiare in un ambiente familiare vs un ambiente totalmente nuovo;
- Dipendenza completa dal gruppo di viaggio vs il viaggiare da soli;
- Vacanza ordinata vs vacanza disordinata.
Nell’ambito delle motivazioni al turismo, sono state distinte due macrocategorie di fattori che spingono le persone ad andare in vacanza: i fattori di spinta (push) e i fattori di attrazione (pull). Entrambi sembrano essere coinvolti nella determinazione delle intenzioni del viaggiatore. I fattori push sono associati alle motivazioni, ai bisogni ed interessi del viaggiatore, mentre i fattori pull sono associati alle caratteristiche peculiari e alle attrazioni della destinazione, e sembrano contribuire in misura maggiore alla scelta della destinazione.
In sintesi, le ragioni che spingono alla vacanza sono:
- Bisogno fisiologico e inerente alla salute;
- Desiderio di fare sport;
- Ricerca di contatto interpersonale;
- Bisogno di relax, tranquillità e svago;
- Interessi culturali;
- Bisogno di esplorazione;
- Spinta alla fuga dalla quotidianità;
- Motivi di status, ossia per mantenere prestigio e autostima.
Perché la pausa estiva (o invernale) fa bene alla salute?
Dedicare del tempo allo svago, al benessere, lontano dal lavoro, dalla scuola o da qualsiasi altro impegno stressante è di fondamentale importanza per la nostra salute psico-fisica. Studi neuroscientifici hanno dimostrato che il nostro cervello funziona meglio quando si è in vacanza, mentre non usufruire di momenti di pausa durante l’anno diminuisce la capacità di pensare, di essere creativi e di problem solving (risolvere problemi).
Molto spesso, infatti, è nei momenti di pausa che arriva l’insight, l’intuizione che stavamo aspettando, e questo accade perché abbiamo a disposizione più energie mentali e tempo di quello che solitamente abbiamo a disposizione, e perché in vacanza siamo maggiormente predisposti a rimanere nel “qui ed ora”, anziché a rifugiarci nel passato o nel futuro. Inoltre, la mente libera tipica del periodo di vacanza favorisce l’insorgenza di pensieri e fantasie brillanti, le buone idee!
Il lobo frontale ha un ruolo fondamentale in questi processi. Si tratta del lobo deputato ai processi di ragionamento, pianificazione, presa di decisione e giudizio. Quando siamo in vacanza, non sotto sforzo e in assenza di preoccupazioni, la mente collega casualmente idee e pensieri, li unisce a conoscenze precedenti, fino a formulare nuovi pensieri che aiutano alla definizione di soluzioni ideali per il raggiungimento dei propri obiettivi.
Inoltre, necessitiamo tutti di periodi di pausa periodici, in quanto corpo e cervello non sono equipaggiati per gestire lo stress per lunghi periodi. Infatti, quando si è sotto stress cronico, il corpo rilascia un ormone chiamato cortisolo, che, se presente a livelli troppo elevanti nel nostro organismo, può danneggiare l’ippocampo, area del cervello deputata alle funzioni di apprendimento e di memoria, e generare perdita di massa muscolare, ipertensione, fragilità capillare, assottigliamento della cute, difficoltà di cicatrizzazione delle ferite, osteoporosi, immunodepressione, diabete secondario e psicosi.
Alla luce degli studi neuroscientifici e psicologici più recenti, quindi, la chiave per migliorare le performance cognitive e il generale benessere psico-fisico è ridurre lo stress, e, spesso, la vacanza estiva (o invernale) è il periodo ideale durante il quale svolgere attività fisica, dormire bene, trascorrere tempo con i propri amici e sperimentare nuove avventure.
Le vacanze sono finite: cosa fare?
Molte persone al rientro da un periodo di sospensione delle solite attività quotidiane risentono del ritorno alla “normalità”. Ciò è indicativo di quanto sia poco il tempo che generalmente durante l’anno dedichiamo al “ricaricarci” e di quanto sarebbe necessario alternare momenti di svago e relax a momenti di produttività e impegno durante ogni giorno della nostra vita, o, almeno, più spesso di quanto normalmente facciamo.
La perenne “connessione” che caratterizza i nostri tempi, il “multitasking” al quale oggi siamo abituati, le continue pressioni sociali alla produttività a tutti i costi sovraccaricano il nostro corpo e la nostra mente, ci inducono spesso alla solitudine, all’ansia e alla depressione.
Quindi è importante scegliere di adottare durante tutto l’anno uno stile di vita quanto più possibile orientato alla riduzione delle fonti di stress non necessario, trascorrere meno ore possibile utilizzando dispositivi tecnologici, ricercare più spesso il contatto con la natura, curare la propria alimentazione e la propria igiene del sonno. A volte bastano piccoli gesti quotidiani per consentirci di arrivare al periodo delle vacanze con passo lento, rimanendo nel qui ed ora, senza la necessità impellente di dover “staccare la spina”, ma pur sempre con il piacere di farlo.
BIBLIOGRAFIA
Monaci, M. G., & Trentin, R. (2008). Perché mi piace? Perché ci ritorno? Emozioni e motivazioni della vacanza al mare. Turismo e Psicologia, (1).
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